venerdì 15 aprile 2011

Abies nebrodensis: finché c'è vita, c'è speranza

L'unica razza di abete mediterraneo presente allo stato spontaneo in Italia è l'Abete dei Nebrodi o Abies nebrodensis che, a dispetto del nome, vive in Sicilia sul massiccio montuoso delle Madonie in uno sparuto numero di esemplari. In passato la specie ricopriva con fitte foreste le alte cime di tutte le montagne siciliane, ma l'intenso sfruttamento dei boschi e le mutate condizioni ambientali ne hanno determinato una rapida scomparsa. La specie differisce dall'abete bianco per le dimensioni più contenute delle piante adulte che arrivano ad un'altezza massima di quindici metri; il tronco è tozzo e la chioma è più espansa, probabilmente per effetto della forte intensità luminosa che caratterizza le giornate siciliane.
L'impalcatura dei rami è a croce e a questa caratteristica si rifà il nome siciliano della specie che è nota come "arvulu cruci cruci" o " arvulu caccia-diavuli". Le foglie sono più corte e rigide della specie originaria e le gemme sono generalmente coperte di resina. Questo abete era ancora abbastanza diffuso in Sicilia, alla fine del 1700,ma ben presto se ne persero completamente le tracce tanto da essere considerato estinto alla fine del secolo scorso. Tuttavia nel 1958 Messeri, della facoltà di Scienze Naturali di Palermo, ritenne di avere individuato un esemplare di Abies nebrodensis in una pianta di grandi dimensioni presente all'interno di un giardino privato nel paese di Polizzi Generosa, sulle Madonie. La pianta, colpita da un fulmine, si presentava già allora in cattivo stato di conservazione ma l'esemplare era in grado di riprodursi e si ritenne così di avere buone possibilità di far rivivere una specie scomparsa.
Gli anni seguenti in località "Canalone degli Angeli" sulle pendici di Monte Scalone, in prossimità del paese di Polizzi, furono individuati altri 25 esemplari di abete di differente età che furono accuratamente numerati, censiti e recintati e che consentirono di guardare al futuro della specie con maggiore fiducia. Le difficoltà, tuttavia, sono ancora numerose e non del tutto superate. L'Abete dei Nebrodi raggiunge la piena fertilità dopo i quarant'anni d'età e molte delle piante ritrovate presentano ancora caratteri giovanili. Inoltre, l'Abete dei Nebrodi ha notevole facilità ad incrociarsi con il polline proveniente da abeti di specie diversa presenti nei boschi vicini e come conseguenza dell'incrocio le giovani piante presentano caratteri biologici diversi dalla specie tipo. A questo si aggiunge la difficoltà di germinazione naturale e il costante insuccesso dei tentativi di attecchimento delle piantine ottenute in vivaio. Per proteggere i pochi esemplari superstiti di questa antica specie mediterranea, nel 1984 la Regione Sicilia ha istituito una Riserva Naturale a tutela dell'abete e dei numerosi endemismi che caratterizzano la zona ed avviato una serie di progetti di protezione. Abies nebrodensis è, dunque, tra le razze mediterranee dell'abete bianco, una specie considerata in pericolo di estinzione.

Mille cure ed attenzioni forse non basteranno a fare sopravvivere la specie; ma guardando questi sparuti esemplari abbarbicati caparbiamente su un costone sassoso delle Madonie penso e mi dico: "ma si che ce la farà" !, “Finché c’è vita c’è speranza”.

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